Vertigine

Vertigini

La vertigine è una erronea sensazione di movimento dell’ambiente rispetto al nostro corpo (vertigine oggettiva) o del nostro corpo rispetto all'ambiente (vertigine soggettiva .

VERTIGINE di POSIZIONE PAROSSISTICA BENIGNA
Tra le forme più frequenti di vertigine , si caratterizza per la comparsa di vertigine oggettiva scatenata da movimenti del capo o cambiamenti di posizione (generalmente quella determinata posizione , per quell'episodio di vertigine in quel determinato paziente ) . Insorge bruscamente, è rotatoria, intensa ma transitoria con associate manifestazioni neurovegetative (nausea e vomito). Non si associano sintomi neurologici e tantomeno uditivi. 
La causa sarebbe riconducibile al distacco di minuti calcoletti, chiamati otoliti o otoconi , che normalmente sono adesi alle cilia delle cellule ciliate dell’utricolo e del sacculo ( aree sensoriali del labirinto “vestibolare” o posteriore deputate alla percezione di verticalità/gravità e di accelerazione lineare). Gli otoliti , fluttuando nei liquidi labirintici, vanno a depositarsi poi in uno o più canali semicircolari ( strutture labirintiche ove sono localizzati i recettori per la percezione di accelerazioni angolari) . In seguito a determinati movimenti del capo questi recettori vengono stimolati. Ne scaturisce la vertigine rotatoria appena descritta che ha una durata di qualche decina di secondi.
La causa del distacco otolitico è sconosciuta .Si è osservato che questa patologia è più frequente nei traumatizzati cranici ( potrebbe essere conseguenza di un meccanismo di “succussione” labirintica ) ma anche in soggetti allettati al lungo per varie cause. In tutti gli altri casi è da considerarsi “idiopatica”.

La diagnosi scaturisce dall’attento interrogatorio del paziente. Si devono indagare le caratteristiche della vertigine e , soprattutto, le sue caratteristiche di insorgenza e i meccanismi di scatenamento. 
Varie manovre di posizionamento del capo consentono, nei casi ancora “positivi” di porre una diagnosi sicura determinando queste la comparsa di un nistagmo dalle caratteristiche patognomoniche. Il nistagmo, che si associa alla vertigine, è un movimento involontario, in questi casi coniugato e ritmico degli occhi, diretto in un determinato verso a seconda del canale semicircolare interessato e a seconda della posizione della testa. Vertigine e nistagmo insorgono contemporaneamente dopo qualche secondo di attesa ( latenza) rispetto all’assunzione della posizione scatenante. E’ parossistica ; ha un incremento rapido di intensità fino a raggiungere un massimo per poi decrescere . Generalmente la vertigine non supera il minuto. Tutta via il senso di malessere e prostrazione che la accompagna dà l’impressione al paziente di una sua maggiore durata. Segue ( o si accompagna) alla vertigine una sensazione di instabilità ( di “ubriachezza” ) che dura per giorni e si risolve spontaneamente . Talvolta è questo il sintomo che prevale rispetto ala vertigine rotatoria che in certi casi può presentarsi più fugace ( magari durante la notte nel sonno ) e che non viene ben identificata dal paziente. Quindi, di fronte alla persistente instabilità , l’otologo esperto deve sospettare anche questa patologia ed escluderla.
Alle manovre diagnostiche , in caso di riscontro di vertigine e nistagmo , seguono le manovre terapeutiche che mirano alla dispersione degli otoliti all’interno del labirinto togliendo loro la capacità di “massa critica” che stimola i recettori dei canali semicircolari (cupole).
L’uso di farmaci vestibolosopressori può avere una parziale indicazione nell’attenuare l’instabilità.
E’ da considerarsi una patologia sostanzialmente benigna ( da ciò deriva la sua denominazione) non lasciando, dopo la sua risoluzione clinica, lesioni residue a carico del labirinto. Rappresenta circa il 25_30% delle patologie vertiginose. Purtroppo tende generalmente a ripresentarsi ogni tanto con enorme variabilità ( dopo giorni, mesi o anni )  

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